“Storyteller è una definizione che può sembrare vaga, perché sostanzialmente significa una persona che racconta storie, quello che anticamente poteva essere un menestrello o in epoca romana un oratore. Credo che la definizione più giusta di storyteller sia quella di una persona che sa analizzare la realtà e carpire le emozioni, per poi trasformarle in una narrazione efficace in più ambiti: dalla pubblicità al cinema, alle serie tv. Possono essere due, tre, cento, dipende da quanti strumenti ha a disposizione lo storyteller. Io, ad esempio, lavoro nel creare testi per la pubblicità, nello sviluppare sceneggiature, nello scrivere racconti e nel fare recensioni. In quanto storyteller queste mie capacità spesso si fondono scrivendo sceneggiature per la pubblicità”. Parla Jacopo Mascolini, classe 1991, che storyteller lo è per professione ma soprattutto per passione: “Raccontare storie è sempre stato il mio modo per comprendere il mondo- dice- attraverso la scrittura ho affrontato i problemi. Era una necessità, che ancora oggi sento, fare storytelling è indispensabile per affrontare il quotidiano, ovvero vivere ogni giorno dandogli senso e struttura senza perdersi”.
E lui di certo non si è perso. Da piccolo sognava di essere un archeologo sulla luna alla scoperta delle tracce aliene, oggi segue le tracce dei personaggi che crea e fa vivere. Scava non nel passato ma nelle emozioni, e le racconta: “Lo storytelling non è un semplice ‘ti racconto una storia’ ma è anche ‘comprendo le emozioni, la realtà, cosa si nasconde dietro’ e lo trasformo in qualcosa di comprensibile per me e per gli altri. Lo storytelling mi ha aiutato a capire che c’è una ciclicità nel vivere il quotidiano: c’è una storia che inizia, finisce e poi ricomincia”, spiega.
Un’arte narratoria “che sembra essersi persa- riflette Jacopo- I ragazzi oggi sembrano avere difficoltà a raccontarsi, a fare storytelling di se stessi, a vivere la giornata con uno schema perché si perdono tra mille stimoli e informazioni”. Da qui il progetto ideato e sviluppato insieme a Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), di portare lo storytelling nelle scuole per aiutare gli studenti a capire che “c’è una ciclicità anche nel vivere quotidiano”, sottolinea Mascolini. “Mentre studiavo la struttura narrativa del ‘viaggio dell’eroe’, che si basa su archetipi junghiani sviluppati nel 1949 da Joseph Campbell e successivamente reinterpretato ed ampliato da altri autori Christopher Vogler, ho capito come questa struttura si sposi perfettamente alla vita quotidiana- sottolinea Jacopo- raccontando questa struttura narrativa ai bambini attraverso esempi di film, libri e videogiochi, si può aiutarli a vivere la giornata e i problemi al meglio. Il ‘viaggio di ogni eroe’ passa da sfide, da un punto di morte dal quale ci si riprende, tornando sempre a casa. Sapere come funziona una storia li aiuta a costruirne una propria. Lo storytelling lavora molto per archetipi: c’è il mentore che ti guida, il cattivo che ti ostacola, gli alleati che ti stanno vicini, c’è il mutaforma ossia una persona che sembra buona e che poi invece è cattiva. È una struttura narrativa che si rispecchia nella vita reale. Ognuno può riuscire ad immedesimarsi nel ‘viaggio dell’eroe’”.
Raccontare il quotidiano. “La giornata tipo di un ragazzo o di un bambino inizia dalla sua camera, dai suoi giochi ecc. Poi, ad un certo punto, è chiamato a uscire e, per esempio, ad andare a scuola. Può succedere che abbia paura di lasciare la sua stanza, che non abbia voglia di andare a scuola. Nella struttura narrativa del viaggio dell’eroe questo è un momento classico. Poi compare un mentore che può essere un genitore, un amico, un insegnante che rassicura il ragazzo e lo incita ad affrontare l’avventura: ‘Bisogna andare a scuola’. Allora il ragazzo esce di casa, supera la soglia, ed entra in quello che nel viaggio dell’eroe è il mondo straordinario, un mondo pieno di ostacoli ma anche di alleati. E ovviamente c’è sempre l’antagonista. Nel caso della scuola c’è, ad esempio, il momento dell’interrogazione o del compito in classe. C’è poi il punto di non ritorno in cui tutto sembra perduto. Il ragazzo pensa ‘non ce la posso fare’. Poi, però, superato questo momento c’è la risalita, l’eroe si rialza, impara la lezione, sconfigge il cattivo e torna a casa”. Ecco come Jacopo Mascolini racconta lo storytelling applicato alla comprensione della quotidianità. “Mi farebbe piacere aiutare le persone a comprendere il mondo- auspica il giovane narratore- Questo vorrei fare in futuro: riuscire ad arrivare a quante più persone possibili utilizzando la mia professionalità. Raccontare storie, aiutare le persone a raccontare se stesse e a vivere meglio la quotidianità- conclude- perché il mondo è sempre più complesso, sempre più veloce. È sempre più difficile barcamenarsi, quindi vorrei riuscire a dare questi strumenti ai più piccoli ma anche ai più grandi”.
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